Poesia > Anna Santi Zinelli
Lettera
Bella castellana
(A Novara di Sicilia e a Riccardo Casalaina)
ITALIA. NOSTRA PATRIA
(150° Unità d’Italia)
LE DUE BEFANE
ULTIMO CANTO
OMAGGIO ALLE EOLIE
Lettera di Anna Santi Zinelli
Gentilissimo Salvatore,
l’incontro fortunato avvenuto nel pomeriggio di domenica 28 ottobre in Novara (presso i pasticcieri “corruttori di palati”), ove insieme a mio marito Giorgio e la sua ex maestra di Fondachelli signora M.S., ho avuto il piacere di conoscerla, in quella occasione la Sua disponibilità è stata veramente preziosa.
Il libro “Il prato dei giochi dimenticati” mi ha fatto ricordare, quando anch’io bambina nel mio borgo del centro storico di Parma – quasi all’ombra del duomo – mi divertivo a “mosca cieca” al girotondo e altri ancora descritti ma, soprattutto, mi ha fatto conoscere un autore - Nino Trifilò - che consegna al libro la sua anima di scrittore-poeta, affinché il lettore possa ancora ricordare e sognare del tempo andato e ritrovarsi “il cuore di un uomo che torna bambino“… quindi sperare ancora nel futuro.
Inoltre, desidero ringraziarLa con tutto il cuore, per averci fatto conoscere il teatro dedicato a Riccardo Casalaina: la tristissima storia di questo giovanissimo musicista, legato al teatro Regio della mia città, mi ha molto colpita…
Quindi la poesia che ho composto su Novara, in parte è dedicata a Riccardo, con l’autorizzazione da parte mia, se lo riterrà di pubblicarla. Sarà un grandissimo onore!
Oltre alla poesia di cui sopra allego anche come promessoLe una mia composizione in occasione della “Festa unità d’Italia”, anch’essa con mia autorizzazione a pubblicarla; Il volume su “NOVARA DI SICILIA nel RISORGIMENTO” mi ha rivelato episodi e personaggi che, certamente, non avrei potuto conoscere! Al piacere di ricontrarLa al prossimo anno in autunno quando faremo di nuovo visita agli amici di Fondachelli, sperando che le poesie siano gradite, Le auguriamo un Natale di gioia, di bene, di pace per Lei, la famiglia, al Sindaco e a tutta la giunta comunale.
Parma, 23 novembre 2012
Bella castellana
(A Novara di Sicilia e a Riccardo Casalaina)
Domini – bella castellana –
sui gioielli della tua
colorita valle.
il tuo sguardo
-all’orizzonte-
si bea
dei colori dell’indaco
del mar Tirreno…
respiri profumi
dai monti vicini.
Mi inviti – aristocratica Novara-
alla scoperta
della tua storia
della tua arte.
Statue, chiese, palazzi
testimoni di un passato
ben conservato
mi accompagnano nel borgo.
Con gli occhi chiusi
mi giungono dal tuo teatro
“cristalli di luce “ musicali
sulle noti di “ Antony “…!
Chissà, Riccardo, se a primavera
Sulla tua dimenticata tomba
Fiorirà una violetta?!!
Insieme al suo profumo
Arriverà il ricordo del tuo trionfo
In un tempio sacro della musica.
(T. Regio di Parma, 1913)
ITALIA . NOSTRA PATRIA
(150° Unità d’Italia)
Tutti
della stessa terra
tutti
della stessa patria.
Nome
dolce
armonioso
ITALIA
Il suo idioma
perfetto, musicale…
creazione d’arte
come abito mentale.
ITALIA
Terra generosa…
delizia del mondo
il gusto del cibo
dello stivale.
ITALIA
Veste bene
fasciata in abiti
con bande verticali
tricolori.
VERDE
Emblema di prima fioritura
primaverile…di speranza
BIANCO
come la libertà
di espressione del
pensiero con parola
scrittura,arte.
ROSSO
colore del sangue
del fuoco
di patrioti
- uomini,donne –
pieni di giovinezza,
tinti di carbone
uniti
nella lotta
per la libertà.
ROSSO
come le camicie
di mille e altri…
altri ancora
– dall’alto al basso
– guidati
– da un eroe biondo
– legati dal fuoco
– della passione.
– Sventolare
– dalle Alpi
– alla Sicilia
– il tricolore!
LE DUE BEFANE
Questa notte ho sognato la Befana: a cavallo della scopa, con il sacco di iuta pieno di regali per i bimbi buoni e il carbone per quelli cattivi; la luna - un falcetto di luna - con la sua luce d'argento le illumina le strade del cielo. Certamente il mio sogno non era altro che la proiezione dell'immagine che da sempre tutti noi abbiamo della cara vecchina che ogni anno, il sei gennaio, cala sulla terra ad accontentare milioni di bambini ed io - che bimba non sono più da moltissimi anni - provo grande stupore al ricordo mattutino del sogno che segue . La Befana stava quasi atterrando silenziosamente, quando un rumore nell'aria la fece sobbalzare, o meglio quasi precipitare e perdere il suo prezioso carico. Cosa poteva essere quel fracasso se nelle strade celesti da lei percorse due volte l'anno - andata e ritorno - regna il più assoluto silenzio? La luna illumina le notti affinché la vecchina possa volare per le strade del cielo in tutta sicurezza e recapitare nelle poche ore a sua disposizione i singoli doni e ammonisce quelle pettegole delle stelle che perdono tutto il loro tempo a prendersela con Qualcuno che non le ha dotate di quella scìa luminosa a forma di coda: per intenderei la stella Cometa! Già la Cometa, perché quelle stelle zittite dalla luna nella notte della Befana, non hanno ancora messo da parte la rabbia - che dura da oltre duemila anni - nei confronti della stella con la coda che a suo tempo (lo ricordate vero?) ha guidato i Re Magi verso la grotta dove nacque un bambino famoso insomma, la Befana attonita, si guarda attorno per capire da dove provenga il rumore che sconvolge il il silenzio! Ecco da dove proviene: vicino a lei è comparsa un'altra befana che cavalca una scopa elettrica, con un piccolo quadrante dove spiccano comandi "satellitari"e volando provoca una specie di rombo di tuono. Inutile dire che la nostra vecchina, sbigottita, si
rende conto che la sua inaspettata e particolare concorrente, non ha in dotazione il consueto sacco dei doni: a questo punto glielo domanda; l'altra in tono beffardo le risponde "che non ha bisogno di caricarsi di tanto peso, basta individuare col satellitare dove abita Babbo Natale, riempire il carro dei doni rimasti per gli indirizzi sbagliati, attaccare le renne e ad esse, la scopa elettrica e via; non dovrà ogni anno lavorare, lavorare preparare per ogni bambino il dono personale: roba vecchia, sorpassata!". La vecchia Befana, comincia ad intristirsi e quasi quasi un sentimento di inutilità sta prendendo corpo quando dal quadrante della scopa elettrica si sprigiona del fuoco e il "satellitare" si scioglie.
La moderna Befana è presa dal panico ma si ricompone subito e chiede all'altra - a questo punto - l'indirizzo di Babbo Natale: l'altra le risponde
"arrangiati come faccio io da oltre duemila anni".
ULTIMO CANTO
(morte di G. Verdi in Milano 27 gennaio 1901)*
Quel dì di gennaio
la neve s’arrestò…
bagliori di luce
invasero la “bassa”.
Nel silenzio ovattato
melodioso un canto s’elevava:
l’ultimo canto del Cigno
che lasciava la natìa Busseto.
Angeli dalle ali dorate
l’accompagnavano all’ultima meta…
le note della “Messa in Requiem”
si diffondevano nell’aria.
Anna Santi Zinelli
*L’autrice della lirica colloca il ricordo della scomparsa del Maestro nella “bassa,” la natìa Busseto (Parma).OMAGGIO ALLE EOLIE
Vulcano
Frammento
d'universo
in una sfera
di cristallo.
Vulcano
ti fa vivere
nel sogno
fattosi realtà.
Albe sonnolente
ritmi rallentati…
giornate radiose
tramonti infuocati!
E la notte
ti sorprende…
puoi toccare
le stelle
così vicine
luminose, palpitanti.
Poi, la luna
ti conduce presto
in un sonno
profondo.
Vuole restare sola
a specchiarsi
nel mare
dell’isola di Vulcano
Il Ballo delle nuvole
Mi vestirò
con i colori del mare
mi adornerò
con piume di gabbiano.
Mi profumerò
con l'essenza del tuo amore.
Insieme
danzeremo
il ballo delle nuvole.
Capo Grillo (Vulcano)
Pennellate bianche
sagome di barche
all'orizzonte turchino
di mare lontano
sfuggite
ad un sogno
volato
nella realtà.
ANNA SANTI ZINELLI