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BERTOLAMI CARMELO
IL NOSTRO NONNO CI HA LASCIATI IL 4 NOVEMBRE 2007 ALL'ETA' DI 107 ANNI
L’8 dicembre 2005, nella festa di Maria SS. Immacolata della cui benedizione certamente gode in modo speciale, Carmelo Bertolami ha compiuto 105 anni.
Arzillo e asciutto, il nonnino di S. Basilio -frazione di Novara a pochi km dal centro- accoglie sempre tutti con un sorriso, con vivace interesse per persone e situazioni e un buon grado di autonomia, tutti segnali inequivocabili di un inesausto amore per la vita.
Nei suoi occhi celesti, che brillano ancora in un volto scavato dalla fatica, è passata la storia di un secolo e si è ora affacciato il nuovo millennio.
Dalla sig.ra Antonia Furnari, che sposò il 30 ottobre del 1938, ha avuto 4 figli di cui tre viventi: Santina, Maria e Antonino. Alla famiglia e al lavoro dei campi si è sempre dedicato con amore tenace ed esclusivo.
E anche i compaesani hanno sempre ammirato il suo animo semplice e gentile, che lo spingeva ad esempio ad adornare la sua umile dimora con freschi fiori di campo.
Rimasto vedovo nel 1992, vive circondato dalle cure affettuose dei figli, che gli hanno dato 6 nipoti e una pronipote.
Avere sempre guadagnato il pane col sudore della fronte nel fazzoletto di mondo in cui Dio l’aveva posto e d’altra parte, averlo saputo lasciare quando si trattò di riunirsi a tutti i connazionali per servire l’altissimo ideale della libertà e della Patria, cioè della Casa Comune: che lezione per l’uomo d’oggi!
La prima guerra mondiale lo vide infatti protagonista: chiamato alle armi il 5 marzo del 1917, partì a piedi lungo il torrente Favera e raggiunse dopo 15 km di cammino il treno che lo avrebbe portato al fronte; nel 50° anniversario della Vittoria fu insignito della medaglia al valore.
Una lunga vita è senza dubbio e anzitutto un dono del Cielo, che ci fa ricordare d’essere fatti per l’Eterno, ma è pur vero che un modo ottimale per conservare bene questo dono è temprare corpo e spirito, come ha fatto sin da bambino nonno Carmelo, a contatto con la natura e in contemplazione del Mistero dell’Universo.
Una contemplazione che dura tuttora, con intatto senso di meraviglia e gratitudine, e che all’augurio di raggiungere ancora un nuovo traguardo, gli fa esclamare con trepida speranza: “Cù sa si ci ‘rrivu, s’u Signiuuzzu vo’…!”.
E considerato che gradisce ancora i piaceri della tavola, chi sa che non arrivi ben più in là!
(Vincenzo Cartaregia)