Poesia > Giuseppe Flandina
GIUSEPPE FLANDINA
Paese mio
Ottobre…
tutto intorno
è ingiallito.
Ti rivedo triste
paese mio:
case abbracciate
tetti oscuri, affumicati
da vecchi comignoli
silenziosi-
Quanti colori!
Colori che s’inseguono
sulle colline
che ti fanno corona
fra uliveti
e spente ginestre.
Lì, fra strade tortuose,
fra case diroccate e smunte
a fatica il nuovo
si mescola al vecchio.
Tutto, però, sembra dolce;
pesanti pensieri
si perdono nell’aria
arsa dell’ultimo sole,
mentre il lento respiro
del tempo soffoca
e brucia tutti
i miei sogni
Rocca Salvatesta
Tu… Novarese
vagasti per terre non tue
vagheggiasti sempre
il profondo azzurro di quel monte.
In ogni sua balza
in ogni sua rupe
salutasti il volto
di un amico e…
nell’estasi del tuo animo
stendesti le braccia
all’amplesso
di quel monte
che tanto amasti e…
ancor più ami
Tornare
Or che foglie esauste
si staccano dal ramo, or che i primi freddi
spengono gli ultimi raggi del sole
correte, correte giorni e mesi
andate veloci, sciogliete le catene
liberate l’estate,
fate dono del caldo Agosto.
Potrò io tornare nella mia valle
Lassù, fra quei monti,
sulle digradanti colline
profumate di ginestre,
intagliate nell’azzurro.
Ridatemi il passato,
gli antichi miei affetti
le mie gioie innocenti,
datemi l’illusione di non essermi
mai stancato
da quei giochi spensierati,
dalle strade brulicanti
di pargoletti rumorosi.
Non tutto mio era, allora
Il mio destino.
Tornare…vorrei,
a respirare quell’aria di un tempo
mi parrà, così, rinascere
e sperare ancora.
Montagna mia
Monte aitante,
gigante di pietra,
a te, spesso, corre
il pensier mio.
Dolce e semplice intimità
C’ancor ci lega!
Estasiato, oggi,t’ammiro
e gioisco della tua arcana bellezza,
della tua china sempre verde
dove vivono erbe, boschi
e fiori in quantità.
Ai piedi tuoi, greggi beati
abitano i verdi e freschi pascoli.
Sibila, intanto,nell’aer terso
una remota melodia
mentre scivola l’ultimo raggio di sole
che crea le ombre
pria che l’oscurità
ricopra la tua valle.
Ritorna la rosea alba,
fuggono le ombre.
Si profila a poco a poco
La linea tua armonica e solenne
e si staglia, si mirabile, nel cielo,
e lungo l’erta tua, tanto ardita,
di speme e lucenti stelle rifiorita.
Novara
E’ il tuo cielo che
ho abbandonato
sono le tue strade deserte
che mi recano dolore
è il tuo accorato
richiamo
che turba il mio sonno
è il tuo pianto che ferisce
il mio cuore
è l’eco sommessa
delle tue valli
che risuona nella mente mia
è il tuo azzurro lontano
che mi soffoca
sono i tuoi sospiri affannosi
che rivelano il tuo amore
sono le tue stelle
che scacciano le nubi buie
sono le tue brezze
che spingono le nubi
sono le tue albe luminose
che non si spengono mai
per inondar di luce
il mio insicuro
e lento cammino.
IL SOGNO
Vano è rincorrere
un sogno.
Esso è come
una nuvola di polvere
che il vento solleva
e disperde
nel silenzio della notte.
FOLLIA
Torrente impetuoso che,
rotti gli argini,
travolge,
trascina,
dilaga,
e poi…
si consuma.
SEI TU
Sei tu l’attimo eccelso,
la sublime speranza,
la travolgente passione d’amore,
il tumulto del cuore,
il disordine della mente,
il lento respiro affannoso,
la dolcezza infinita,
il raggio cocente di luce,
il sorriso delirante,
il pianto di gioia,
l’enfasi dell’anima,
l’lisir dell’esistenza.
Sei proprio tu, desiata, irraggiungibile
Felicità,
tutto ciò che ci esalta
e ci aiuta a sognare.
QUANDO
Quando
il fresco vento mattutino
sibilando fra gli assonnati rami,
dissolve il velo della notte;
Quando
Il primo raggio di sole,
penetrando, lascivo,
fra le fitte persiane
ferisce gli occhi ancor socchiusi,…
Quando
nuove speranze,
dolci emozioni,
altre gioie ritrovate
si rincorrono
in ogni angolo dell’animo
e colmano
ogni istante vuoto
della nostra esistenza…
E’ la vita che ricomincia.
LA ROSA
Nel mio giardino
inaridito dal vento
e dal cocente sole
sfiorito, ormai
e spento,
ho colto una rosa,
per adagiarla
fra le pagine
del tuo libro
accanto alla tua
meravigliosa
e sempre viva
immagine.
NEANCHE UN DIO
Siamo condannati
a bagnare di lacrime
questa terra essiccata
senza fiori,
senza pace.
Neanche un Dio
potrà arrestare
il freddo
trionfo
della morte.